Associazione DREAMTIME

Nicolò Bazza

Nicolò Bazza

Treviso - Italia
Coach

Apulia Summer Time è stato prima di tutto un viaggio nell’anima alla riscoperta di me stesso. Tutti gli scenari visitati in Puglia, compresa la Masseria che ci ha accolti, sono stati un momento di contemplazione, e rispetto alla frenesia della mia vita attuale, mi hanno permesso di riscoprire l’importanza della riflessione e della meditazione. Ho potuto quindi sfruttare appieno il tempo nella sua leggerezza, e scoprire un gruppo di persone, dagli organizzatori ai ragazzi che avevano preso parte alla cosa, fino agli altri coach, semplicemente entusiasmante.

Con le ragazze del gruppo di scrittura creativa abbiamo sviluppato testi che fossero funzionali a tutte le attività: copy per i social di @dreamtime, poesie per il reading nella serata finale, testi per le canzoni cantate davanti al pubblico di Martina Franca e ai volontari dell’AISM.

In particolare porterò con me le passeggiate a Matera, i flash mob nei centri imbiancati, la notte prima della ripartenza passata a ballare tra stelle e trulli.

Miriam Oufatah

Miriam Oufatah

Milano - Italia
Scrittrice

Apúlia SummerTime per me è stata un’ esperienza che mi ha cambiato la vita. Non esagero quando dico che dopo aver incontrato e lavorato assieme agli altri ragazzi il mio spirito ha ritrovato una certa gioia perduta nelle abitudini e nelle routine della vita quotidiana. Mi ha fatto riscoprire la semplicità delle cose. Che l’arte può unire culture, tradizioni, lingue completamente diverse. Tipo cantare senza paura del giudizio in mezzo ad una piazza suonando ciabatte e bottiglie, ridendo di cuore, ascoltandoci e sintonizzandoci sulla stessa frequenza. Ballare la salsa con un hawaiano, una giapponese e un americano ed io sono un vero legno. Riscoprire come la musica, il ballo, la fotografia e tutte le arti attraversano le barriere culturali e le distanze fisiche che spesso la società di oggi ci impone. La competizione era solo con te stesso, perché non era una gara a fare meglio degli altri ma una sfida a migliorarsi. A fare il meglio insieme agli altri per altri. Ci siamo mischiati, ispirati a vicenda, senza giudizio ma con lo spirito di conoscere le meraviglie e le diversità dell’altro. Siamo andati oltre ai pettegolezzi, alle barriere che uno a volte mette con degli sconosciuti. Siamo andati al cuore delle cose e siamo stati molto fortunati a trovare delle connessioni così vive e potenti in un gruppo così eterogeneo.

Il tempo mi ha sempre fatto paura. L’ineluttabilitá del divenire che cambia ogni cosa e non lo puoi arrestare. Crescerai, invecchierai. In questo A. S. Sembrerà strano ma ho perso la cognizione del tempo. Le ore i giorni insieme agli altri scorrevano piene e veloci ma dilatate in piccoli speciali momenti, e dormivamo pochissimo, ma una giornata sembrava sempre troppo poca per stare bene assieme, per ammirare tutta la bellezza che il mio cuore è riuscito a contenere. Dopo questa esperienza sento la necessità di non sprecare tempo in pensieri inutili, tristezze e abitudini che avviliscono importantissimi momenti di una giornata. L’idea che ogni giorno può essere speciale e ogni momento quello buono per creare qualcosa di unico. Non dobbiamo sempre per forza attendere la felicità o l’evento propizio. Dobbiamo sentirci pronti ad accogliere il futuro che spesso è in anticipo sulle nostre aspettative.

Le felicità. I baci in fronte per augurarti il buongiorno, il caffè, le parole di conforto mai esagerate e nei momenti giusti. Le risate per un pullman rotto. Castel del monte al tramonto che mi insegna la pace della natura nel suo continuo mutamento. La colazione che ci raccoglieva come una famiglia. La preoccupazione di esserci tutti. Gli abbracci, i balli, le serate a giocare a Risiko e a mangiare spaghetti e marshmallows arrostiti. Insieme. Guardare le stelle sul tetto di un trullo o con l’erba nei capelli. I momenti sulle amache. Le canzoni cantate a squarciagola e le partite a Ninja. La leggerezza da usare in contrasto alla profondità che mi ha regalato il mio coach come chiave di lettura del mio compito in quei dieci giorni. Qualche lacrima, qualche rimpianto per qualche piccola paura e la contentezza consapevole di essere diversa. Di aver forzato il mio spirito ad andare oltre la mia pigrizia, la mia solitudine e quei piccoli pregiudizi di cui tutti siamo inconsapevolmente vittime che ci allontanano dal sentire davvero gli altri e ci isolano nella paura. Al di là di quel limite c’è un campo sconfinato di connessioni, di storie, di arte e di energia da condividere per imparare ad essere felici.

Anna Elisabetta Nappi

Anna Elisabetta Nappi

Molfetta - Italia
Scrittrice

ApuliaSummerTime  per me è stato riscoperta, speranza, carezza. Sentivo che in qualsiasi momento, in qualsiasi posto, attraverso la scrittura e la musica di strada, sarei sempre stata in grado di esprimere me stessa. Nel corso dei dieci giorni non ho mai avuto paura nello scoprirmi troppo e nel mettere la mia arte a servizio dell’altro. Il clima creato fra noi ragazzi era dei migliori e nessuno veniva giudicato né escluso.

Il mio concetto di tempo dopo quest’esperienza è maturato nella consapevolezza della temporaneità di tutte le cose. Che ci capitino nella vita eventi postivi o negativi, cose belle o cose brutte. Qualsiasi cosa scorre e passa. Può sembrare una frase scontata, ma nella sua semplicità è vera. Dunque è bene imparare a gioire delle cose belle, perché avranno fine e sopportare quelle negative perché non sono infinte neanche loro. Ho iniziato a percepire la sottigliezza della vita vissuta sapendo che ogni giorno è preziosissimo ed è un dono. Da ora nessuna ora che passa, nessuna giornata.

Il ricordo di questo viaggio che porterò con me di questo sono le jam sessions sulle amache della masseria,  l’euforia delle esibizioni per strada. L’anima delle persone incontrate, il loro odore, il loro stile di vita. Ed infine gli abbracci di gruppo… dai primi agli ultimi.

In collaborazione con il Team Musica